
Le nostre convinzioni condizionano la nostre vite: noi siamo chi crediamo di essere
Il mondo intorno a noi cambia a velocità vertiginosa. Pertanto, in qualche modo, ci troviamo costantemente a dover affrontare il tema del cambiamento, del superamento della situazione attuale.
E qualunque cambiamento importante non ha effetti solo sulla sfera professionale, riguarda necessariamente anche quella personale.
Il mio obiettivo principale, attraverso questo blog, è appunto quello di aiutare le persone a fare scelte consapevoli riguardanti il loro futuro.
E non possiamo affermare che siamo in grado di fare libere scelte se non abbiamo prima preso coscienza della situazione di partenza.
La zona di confort
La maggior parte delle persone vive in una situazione che vorrebbe migliorare, tuttavia resta ancorata alla cosiddetta “zona di confort”, ossia allo stato in cui si trova e alle proprie convinzioni depotenzianti.
E questo perché, spesso, vive nel passato, ancorata a sogni che ha realizzato tempo addietro, oppure si pone obiettivi limitati per paura di fallire, di assumersi responsabilità.
L’esempio più illuminante, nel bene e nel male, di chi invece non accetta di porsi limitazioni è Donald Trump, il multimiliardario Presidente americano.
Ogni giorno fa sparate al limite, a volte anche oltre, per poi andare alla negoziazione e portare a casa il massimo da ogni situazione.
D’altronde il suo motto è sempre stato: “Pianifica di diventare miliardario, male che vada ti ritroverai comunque milionario!”.
Il desiderio di cambiamento
I motivi per cui le persone vogliono cambiare possono essere diversi. I principali sono:
- Cambiare lo stile di vita. Ciò può voler dire cambiare casa e comprare un’auto nuova oppure avere più tempo per se stessi e i propri cari
- Ottenere maggior considerazione dagli altri. Significa ammirazione dai colleghi o apprezzamento da famigliari e amici.
- Contribuire a realizzare un mondo migliore. Aiutare chi è in difficoltà, supportare attività di volontariato, creare una fondazione.
- Diventare persone migliori. Dedicare tempo alla propria formazione, raccogliere nuove sfide, acquisire abitudini potenzianti
Tuttavia non si possono realizzare dei cambiamenti significativi senza cambiare approccio psicologico.
Chi lavora nel campo dello sport sa molto bene che la testa conta più delle capacità e dell’allenamento.
Fatte le dovute eccezioni, tecnicamente la differenza tra un campione e i primi 30/50 atleti delle classifiche mondiali è irrilevante. La differenza la fa l’atteggiamento con cui i campioni affrontano le competizioni.
Se i nostri risultati sono insoddisfacenti, se dobbiamo accontentarci di uno stile di vita che non è quello desiderato, abbiamo la necessità di cambiare prima di tutto il nostro schema mentale.
Tony Robbins, il famoso formatore americano, afferma che “per ottenere i risultati che non hai mai ottenuto, dovrai fare azioni che non hai mai fatto. Soprattutto, dovrai diventare una persona che non sei mai stata”.
I 5 fattori del cambiamento
Quali sono i fattori che hanno un impatto profondo sulla nostra psicologia e, se opportunamente modificate, possono favorire il nostro cambiamento?
Sicuramente sono molteplici, tuttavia prendiamo in considerazione i 5 principali, che sono:
- Le nostre convinzioni
- Il nostro focus
- Il linguaggio che utilizziamo quotidianamente
- Il nostro dialogo interno
- I nostri obiettivi
Nel post di oggi mi limiterò ad analizzare il primo di questi fattori fondamentali per la nostra crescita.
Le convinzioni
Avendo lavorato molto su me stesso, posso affermare con sicurezza che quello che noi crediamo condiziona la nostra esistenza.
Se, ad esempio, rispetto alla nostra forma fisica
- Siamo convinti di poter perdere peso oppure
- Siamo convinti che sia difficile poter perdere peso
entrambe le convinzioni possono essere vere, se appunto abbiamo una sensazione di “certezza” riguardo la prima oppure verso la seconda.
Se ci troviamo nella prima situazione, andremo da un dietologo e ci impegneremo nell’osservare le sue prescrizioni, facendo anche un po’ di esercizio fisico.
Nel secondo caso invece, per tacitare la coscienza, tenteremo di seguire una dieta scaricata da internet o suggerita da un amico. Salvo poi affermare che non funziona e soprassedere.
Se riteniamo che non sia possibile fare una cosa, non proveremo nemmeno a farla veramente!
Henry Ford era solito affermare: “Che tu ci creda o no, avrai comunque ragione”.
Lo schema potenziante
Sono infatti le nostre convinzioni che determineranno le nostre azioni, secondo uno schema ben preciso:
CONVINZIONE -> POTENZIALE -> AZIONE -> RISULTATO -> CONVINZIONE
Vale a dire che, se siamo convinti di una cosa, attiviamo le nostre capacità per compiere l’azione conseguente. Tale azione produrrà dei risultati che andranno a rafforzare la nostra convinzione.
Questo significa che NOI SIAMO QUELLO CHE CREDIAMO DI ESSERE!
Le nostre convinzioni regolano la nostra vita, stabiliscono ciò che vogliamo o non vogliamo fare, determinano i nostri risultati.
Le convinzioni sono il modo in cui filtriamo il mondo. Rappresentano gli occhiali attraverso il quale lo guardiamo.
Abbiamo credenze riguardo a ogni cosa. In primis su noi stessi, poi sugli altri. Sul nostro lavoro, sull’educazione, sulla politica, persino sulla squadra per cui fare il tifo.
Sugli Americani, sui Russi, sui cattolici e sui mussulmani, sugli Africani e sugli Asiatici. Insomma su tutto quello che ruota intorno al nostro mondo.
Le credenze condizionano e governano le nostre vite
Possono influenzare persino la nostra salute. Immaginiamoci quindi quanto incidono sui risultati della nostra attività lavorativa!
Non sono innate. Noi non nasciamo già con le nostre convinzioni in testa. Le impariamo e le sviluppiamo nell’ambito della nostra famiglia, della cerchia a cui apparteniamo, della cultura di cui facciamo parte.
Possono poi essere influenzate da molti fattori, dalla scuola ai media, dai modelli di riferimento alle esperienze che maturiamo, da chi ci circonda a chi invece ci colpisce per fatti particolari.
Vale a dire che le credenze non sono statiche, possono essere modificate. Però spesso agiamo come se fossero dei dogmi inviolabili.
In effetti esse sono la nostra percezione della realtà. Tuttavia, per noi rappresentano la “certezza” della realtà.
Possono, di conseguenza, essere una utile guida per la nostra esistenza, ma possono anche rappresentare un limite alle nostre capacità.
Non esistono, infatti, convinzioni giuste o sbagliate. Esistono piuttosto credenze positive e potenzianti o credenze limitanti e depotenzianti.
Come afferma spesso Alfio Bardolla, autore di numerosi bestseller sulla finanza personale, “Ciò che divide le persone dai propri sogni non è quello che non sanno, bensì quello che credono di sapere”.
Buone vendite a tutti. Vendere? No Problem 😉
P.S.
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